Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Riforme-Toti-Il-Patto-del-Nazareno-esiste-e-io-l-ho-visto-9164bd52-a86b-4f57-a1e4-a24900117e15.html | rainews/live/ | true
POLITICA

Dibattito politico

Riforme, Toti: "Il Patto del Nazareno esiste e io l'ho visto"

Il consigliere politico di FI parla dell'accordo, "un semplicissimo foglio di carta che prevede alcune tappe del processo di riforma". Poi dice "Berlusconi non sarà candidato premier alle prossime elezioni" e apre alle primarie di parito

Condividi
Giovanni Toti
Roma
"Il patto del del Nazareno esiste e io l'ho visto. Io come molti altri dirigenti di Forza Italia". Giovanni Toti europarlamentare e consigliere politico di FI conferma l'esistenza di un testo scritto. "Un semplicissimo foglio di carta che prevede alcune tappe schematiche del processo di riforma, un appunto scritto a penna sulle cose da fare. La legge elettorale per cui la partenza era il modello spagnolo, e riguardo il Senato prevedeva tre clausole: la non elettività, il non compenso, e la fine del bicameralismo, ovvero la doppia approvazione delle leggi".

Dopo l'appello di Berlusconi ai moderati per riaggregare il centrodestra Toti scioglie il nodo sul ruolo del leader di FI. "È evidente che non potra essere Silvio Berlusconi il nuovo candidato premier alle prossime elezioni Stando così le cose, a causa della sentenza sul processo Mediaset che riteniamo ingiusta ma che, comunque, c'è, e stando la conseguente applicazione della legge Severino, Berlusconi non può candidarsi".
Apre alla possibilità delle primarie "Come verrà scelto il nuovo candidato premier? Probabilmente con lo strumento delle primarie, che non per forza però sono lo strumento migliore. Solo in Italia dove i partiti sono particolarmente delegittimati - per colpa loro, perche' hanno dato pessimi esempi - le primarie sono viste come la panacea".

Apertura anche sulle preferenze "Io non sono contrario alle preferenze, non avrei paura a correre alle primarie, ma sono comunque uno strumento da usare con cautela per selezionare la nuova classe dirigente. Nella prima Repubblica sono state anzi il volano della spesa pubblica e del debito pubblico che oggi supera il 135%".